Creatività: mentre la mente cerca, il cuore sceglie.
C’era una volta in un lontano paese, una povera famiglia di contadini con il loro piccolo figlioletto di nome Tommaso. Era l’unico amore della loro vita, Adorato sopra ogni altra cosa. Tommaso era nato un po’ sordo e apparentemente un po’ “lento”. Iniziò a parlare molto tardi rispetto ai bambini della sua età.
Per questo suo apparente ritardo mentale, la società lo scherniva e si prendeva gioco di lui, guardandolo con disgusto, quasi fosse affetto da un male contagioso da cui stare alla larga. Ma per i genitori, Tommaso era il più bel figlio del mondo ed erano convinti che fosse un ragazzo normale con tanti pensieri. Bastava osservarlo nel rifugio della sua cameretta pieno di cianfrusaglie, diventata per lui un piccolo laboratorio.
A Tommaso piaceva starsene rinchiuso nel suo piccolo mondo a leggere libri e a mettere insieme le cose che aveva raccolto. Così i genitori, un giorno decisero di mettere mano a tutti i fondi che avevano per mandarlo a scuola, sicuri che avrebbero fatto cosa buona per l’intelligenza inespressa di Tommaso. Ma i tempi erano duri e solo dopo tre mesi di frequenza, Tommaso fu costretto ad abbandonare la scuola per problemi finanziari. Aveva solo 12 anni, quando fu mandato a vendere spuntini e dolciumi sui treni. Spesso Tommaso era costretto ad aspettare ore prima che un treno arrivasse. Così a insaputa di tutti aveva adottato un vecchio vagone in disuso e lo aveva trasformato nella sua stanza di gioco, ovvero il suo laboratorio, all’interno del quale, andare a fare esperimenti nei momenti di attesa.
Un giorno, qualcosa andò storto. In un esperimento il vagone prese fuoco. Tommaso fu licenziato con effetto immediato. Avvilito e per la vergogna che provva non disse nulla ai genitori di quanto era accaduto. Al contrario, tornava alla stazione tutti i giorni, non solo per non fare sospettare i beneamati genitori, ma anche nella speranza che qualcuno lo aiutasse “ripensando” al suo licenziamento. Un giorno, Tommaso, se ne stava li, assorto nei suoi pensieri quando vide uno sconosciuto ragazzo attraversare i binari. Non si era accorto che il treno vicino a lui stava per partire. Con scatto fulmineo, Tommaso corse verso quel ragazzo e lo spinse fuori dai binari. Si salvarono per miracolo. Altri videro cosa fece Tommaso, rischiando la propria vita. Senza quel provvidenziale intervento il ragazzino sarebbe stato travolto dal treno. Sorte volle che fosse il figlio del capostazione. Quest’ultimo, dopo essere stato messo al corrente della vicenda, per riconoscenza, pagò a Tommaso un corso da telegrafista e gli conferì un posto di lavoro fisso.
Qui nasce la storia di uno dei più famosi inventori del mondo. Il piccolo Tommaso, figlio di poveri e amorevoli genitori, era nella realtà Thomas Edison: noto a molti per aver avuto l’idea più illuminante del mondo: la lampadina elettrica. Thomas fu anche fisico, chimico, elettrotecnico, tecnologo, operaio e manager industriale; un multidisciplinare insomma. I suoi interessi spaziarono dalla scienza dei materiali all’elettricità, fino alla meccanica e all’edilizia. Produsse oltre 1093 brevetti, di cui i più noti sono:
- l’invenzione del fonografo;
- la Radio;
- la lampadina elettrica;
- la macchina per stampare;
- il chewing-gum
- e la macchina da ripresa cinematografica.
Questa storia per dire che cosa?
che la creatività da i suoi frutti là dove c’è curiosità, voglia di sperimentare e di sperimentarsi; dove c’è il coraggio e la forza di superare umilmente la frustrazione che spesso, gli altri, non capendo, ci infliggono.
che la creatività si sviluppa, spesso, là dove c’è qualcuno pronto a supportarla con un aiuto benevolo o con un semplice incoraggiamento.
Il mondo è pieno di persone creative che ogni giorno, consapevoli o meno di esserlo, contribuiscono a far crescere la qualità della vita propria e quella degli altri. E non intendo riferirmi solo a coloro che operano nel campo della tecnologia, così di moda, ma a chi opera nella sfera affettiva, a partire dai genitori, fino a coloro che si “sbattono” per la pace nel mondo e che utilizzano il proprio pensiero per la tutela degli animali, del pianeta, delle vite umane, per la diffusione della solidarietà e del reciproco rispetto culturale.
Persone “musicali”, che col loro sonoro pensiero, riempion di melodia e di ritmo le nostre affannose giornate. Spettacoli teatrali e sportivi: esibizioni estetiche che ognuno di noi, con un po’ d’invidia, vorrebbe tanto poter essere in grado di fare.
Dunque, quando si parla di creatività, non si deve pensare sempre a un processo aziendale o comunque a qualcosa d’indissolubilmente legato al lavoro o alla ricerca scientifica, trascurando, che spesso è in casa, tra le mura domestiche, tra amici e familiari, che si consuma questo silente processo. Non è meno creativo, infatti, il papà che s’inventa un gioco per trascorrere col figlio il risicato tempo che gli rimane, nell’intento, giocando, di divertirlo e riempirgli il cuore di qualche saggia sapienza.
Non lasciamo, quindi, che sia un sonoro videogame, un illuminante televisore, un tecnologico cellulare a trasferire ai nostri figli quell’esperienza che i nostri nonni e genitori, così sapientemente, hanno cercato di custodire e trasmettere.
Non lasciamo che altri pensino per noi, impoverendoci la vita indicandoci le verità a cui credere. Cerchiamole, attraverso il confronto, la riflessione, l’immaginazione, la sintesi tra cuore e ragione, tra logos e intelligenza emotiva, tra parte destra e sinistra del nostro cervello. Se sapremo fare tutto questo, saremo inventori del nostro futuro. Non ci faremo schiacciare dal pessimismo, lo “dribbleremo” con il guizzo giocoso di chi vuole credere che nulla è perduto, che c’è sempre un’idea che attende di esser cavalcata.
Creativi si nasce?
Nemmeno per sogno! Nessuno nasce creativo.
Nessuno nasce con un DNA più creativo di un’altro. Chiunque nasca con il dono del pensiero, nasce creativo.
Siamo tutti creativi? YES, tutti.
D’accordo, c’è chi lo è di più, e chi di meno, ma potenzialmente siamo tutti creativi. Chi è creativo più di voi è perché ha appreso, anche istintivamente, dei metodi di pensiero utili all’immaginazione. E’ una questione di allenamento, che ha inizio fi dai primi giorni della nostra vita. Raccontare le favole ai figli, fargli toccare i vari oggetti, le esperienze desiderate, fare sport, sono tutte attività che allenano la mente all’immaginazione, al lavoro. Chi non può far appello all’istinto creativo, può fare appello alle tecniche che aiutano a stimolare la mente. Tra i vari metodi esistenti che analizzeremo, vi propongo anche il mio, il WISH.
A cosa serve?
Creatività: par non abbia, o voglia,sentir parlar d’età,espressione del pensiero,così allegro, giocoso e vero,che sovvien ogni problema sopra l’onda dello spinoso tema.
A cosa serve sviluppare la creatività? A nulla, se non fosse che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ognuno di noi è costretto a prendere una decisione nel minor tempo possibile. Oggi, viviamo in un mondo in continua espansione, con forte accelerazione degli eventi. Situazioni che richiedono continui aggiustamenti e rivisitazioni del proprio modo di pensare sia nella vita professione, sia nella situazione familiare o in quella finanziaria. A soppravvive bene nel caos di questa mutevole società sono in pochi: i creativi meglio!
La creatività aiuta per affrontare con maggior serenità i continui cambiamenti fornendo metodi più efficaci per la risoluzione dei problemi e quindi anche ad aver maggior fiducia in se stessi.
Imprenditori, impiegati, operai, dottori, avvocati, politici, studenti, professori e tutti coloro che sono vivi, sono invitati a “inventare” il proprio tempo. L’instabilità sociale, il saliscendi dell’economia mondiale, l’accentuarsi dei problemi quotidiani, l’aumento della velocità degli eventi, ci pongono, tutti, nessuno escluso, di fronte a continue criticità.
E non sarà la razionalità o la logica mentale a salvarci da tutto ciò. Ci vuole ben altro. Un salto fuori dagli schemi è il modo migliore per affrontare al meglio questi improvvisi cambiamenti e difficoltà. Solo il pensiero innovativo offre strumenti (le idee) utili per contrastare questi frequenti uragani.
Alle aziende, infatti, è dato il compito di ascoltare il mercato, giorno dopo giorno; predire le tendenze; prevenire le mosse della concorrenza e le crisi del mercato mondiale. Ma sono poche quelle che possono permettersi approfonditi studi di marketing, consulenti di strategia o esperti innovatori. Per non affogare in un fiume sempre più in piena, le PMI, hanno bisogno di un salvagente: promuovere al proprio interno la cultura della creatività e con essa quella della innovazione (ma quella vera).
Ogni singolo operaio, impiegato, dirigente e chiunque abbia un “pensiero“ può contribuire a migliorare i processi aziendali, diversificare la strategia e inventare nuovi business, mantenendo all’interno quel know how creativo, che vale un’azienda. Ogni cervello è una batteria che può fornire energia per far girare il motore d’idee. Più batterie si usano più energia si ha a disposizione.
A chi mi rivolgo?
A voi tutti, perché la creatività migliora la qualità della vita relazionale-affettiva e professionale: genitori, politici, atleti, lavoratori autonomi, artigiani, commercianti, dipendenti, uomini e donne e piccole medie imprese (PMI), che tanto hanno bisogno d’innovare e di rinnovarsi.
La piccola impresa ha bisogno d’idee adeguate alle sue dimensioni e al suo portafoglio. Poiché le PMI hanno spesso bisogno di acquistare visibilità sui mercati. La loro arma vincente non è certo la forza del denaro che non hanno, ma quella di sfruttare al meglio l’unica risorsa a basso costo che hanno a disposizione: l’ingegno che vien dal pensiero dei suoi componenti (titolari, dipendenti, fornitori ecc…).
Il pensiero creativo come locomotiva;
la conoscenza come carburante,
e infine, un buon imprenditore come autista.
Il mio obbiettivo è quello di dimostrare che la creatività è un utile strumento disponibile a chiunque per puntare al successo della propria impresa senza usare i muscoli che hano le grandi aziende – come dire: se non hai la forza usa l’intelligenza.
Cos’è la creatività
Milioni di scienziati di tutto il mondo, hanno da sempre cercato di capire quale fosse il meccanismo che la mente impiega per selezionare le idee “buone” da quelle “cattive”. Scienziati di tutto il mondo hanno, da sempre, cercato di capire cos’è la creatività e da dove nasce.
Sono state spese fiumi di parole nell’intento di definire cosa fosse la “creatività”. Tutte diverse tra loro. Tutte ugualmente corrette se integrate. Su una cosa gli esperti convenivano: la creatività è un processo, dell’intelletto, del pensiero, dell’immaginazione. Un gioco festoso della mente. Un trasferimento del proprio tempo in un luogo nascosto, distante e silente. Un luogo privato, dove si riscopre ancora il piacere della burla, dello svago e delle idiozie. Un ambiente dove ci si diverte e non ci si preoccupa affatto della propria età o di ciò che pensa la gente.
Sì perché dovete sapere, che nella vostra mente esiste un paesino in cui è possibile (almeno mentalmente) violare tutte le regole: è lecito giurare il falso; gioire per aver preso un pessimo voto; cambiare continuamente opinione; sostituire il buongiorno con un vaffan…tufo; cambiare la collega di lavoro con un acquario di pesci muti.
Creatività: un’antica arte del pensare. È materia per chi adora la vita. Per chi ama essere spontaneo. Per chi desidera giocare. Per chi sogna a occhi aperti e spazia, in libertà, da un argomento all’altro, senza essere appesi a fili logici e convenzioni sociali. Tutt’uno e tante cose. La creatività è una “Storia Infinita” (per chi avesse visto il film). Ma la creatività non è solo fantasia, è anche stare con i piedi per terra, ritornare con il pensiero dallo “spazio” alla dimensione attuale. Creatività è anche capacità di sintesi, di trasformare il pensiero creativo in qualcosa di “utile”.
Eccovi la mia personale definizione: «La creatività consiste nell’estrapolare dalla mente, attraverso l’immaginazione e il pensiero esplorativo, combinazioni di conoscenze ed esperienze che credevamo erroneamente estranee le une alle altre, ma che unite scopriamo avere il dono di generare un risultato “inedito” e “utile”.»
È così che funziona la mente. È così che si generano le idee. La creatività ha:
- come carburante, la “conoscenza”. Più è multidisciplinare (cioè diversificata) , più è potente ed esplosiva;
- come motore, il meccanismo della “immaginazione”, della capacità di “astrazione”, i metodi e la tecniche di creatività;
- come batteria di accensione, la motivazione, la curiosità, il desiderio di autorealizzazione;
- come autista, “l’uomo esploratore”, la capacità di saper guidare il proprio pensiero verso precisi obbiettivi.
- Un’auto senza carburante non si avvia.
- Un’auto senza motore non va da nessuna parte anche se ha un serbatoio pieno stipato di carburante.
- Un’auto con la batteria scarica non si accende
- Un’auto senza autista rimane in garage.
- Un’autista senza meta (vision) spreca solo carburante.
«Per inventare qualcosa» racconta il poeta Paul Valéry «bisogna essere in due». Uno sdoppiamento del singolo inventore: uno che crea; l’altro che sceglie. La genialità si manifesta non solo attraverso il lavoro del primo individuo, quanto nella prontezza con la quale il secondo afferra il valore di ciò che gli è stato mostrato e lo sceglie.
Intelligenza e creatività
Esiste realmente un legame tra intelligenza e creatività? Molti sono propensi a rispondere di si. E’ stato però dimostrato che non esiste una speifica correlazione tra quoziente d’intelligenza (QI) e capacità creative. E se tieni la mente aperta scopri che a volte le persone che molte considerano stupide hanno idee più creative di chi è considerato intelligente, il quale se ne esce spesso con idee dettate più dalla logica che da pensieri fuori schema.