L’intelligenza tra le specie

I VEGETALI
Riprendendo parte delle osservazioni di Mancuso, possiamo dire che le piante possiedono tutti i cinque sensi di cui è dotato l’uomo (vista, udito, tatto, gusto e olfatto), anzi molti di più, ovviamente ognuno sviluppato in modo del tutto vegetale. L’enorme quantità di sensi che possiedono le piante gli permettono di orientarsi nel mondo, interagire con altri organismi (vegetali e animali) comunicare tra loro attraverso molecole chimiche, odori che secernono per attirare insetti o rilascio di molecole volatili come le BVOC per avvertire la presenza di un pericolo ad altre piante. Esistono piante opportuniste e generose, altre oneste e truffaldine o riconoscenti e punitive.

Mancusao sostiene che se l’intelligenza è definita come la capacità di risolvere i problemi, come la sopravvivenza, la diffusione della propria specie e le avversità ambientali. In conformità a questa definizione, le piante sono intelligenti, addirittura Mancuso le definisce “brillanti” nella scelta di soluzioni atte a far fronte alle difficoltà che la natura pone loro davanti. Spesso si sente affermare che un animale è intelligente perché ha dimostrato di avere le capacità per procurarsi del cibo usando attrezzi, trovare la chiave per uscire da complicati labirinti o di risolvere altri tipi di problemi. Spesso li consideriamo intelligenti (come gli animali domestici) solo perché sono in grado di comunicare con noi per esprimere un determinato bisogno (di uscire, mangiare, giocare…) Ma per Mancuso e molti studiosi dell’essere vegetale, anche le piante fanno tutto questo e lo fanno continuamente.

Lo fanno in modo completamente diverso dagli animali, utilizzando mezzi e dinamiche dell’essere vegetale. Si difendono da predatori, si fanno aiutare da altri animali e specie, aggirano ostacoli, comunicano ad animali e uomo (in un modo completamente diverso dalla nostra e con tempi molto differenti da quelli che siamo abituati ad aspettarci da un essere intelligente) e secondo Mancuso, ce ne convinceremmo subito se avessimo la sensibilità di saperle ascoltare e il giusto spirito di osservazione.


Robert Lanfear, spiega che, a differenza degli animali – che non trasmettono alla prole gli errori di replicazione del DNA che avvengono durante la mitosi delle cellule somatiche – nelle piante qualsiasi mutazione genetica può essere potenzialmente trasmessa per via riproduttiva, se le cellule coinvolte vanno a formare in seguito i fiori o altri organi riproduttivi. “I cambiamenti genetici che avvengono durante la divisione cellulare nei germogli delle piante possono potenzialmente essere trasmessi alle future generazioni”. Questa semplice differenza fa sì che nelle piante agisca costantemente un formidabile motore evolutivo.
 
I MICROBI
La maggior parte degli organismi presenti sul nostro pianeta sono unicellulari. Nonostante non abbiano un cervello, molti batteri dimostrano comportamenti intelligenti. Tali comportamenti non sono il risultato di un pensiero cosciente, ma più comportamenti biologici in grado di elaborare le informazioni che arrivano dall’ambiente e reagire conseguentemente. Si è scoperto che i batteri comunicano tra loro con segnali chimici. E lo fanno per vari motivi, ma l’esempio più eclatante è quello del Bacillus subtilis. che se si trova in un’area povera di cibo rilascia segnali chimici per informare i vicini di andare alla ricerca di una zona più ricca. La conseguenza di questa informazione è lo spostamento della colonia.


Molti organismi unicellulari riescono a captare quanti organismi della stessa specie sono nelle loro vicinanze: un’abilità detta “quorum sensing”. Questa abilità è utilizzata anche per lanciare attacchi contro il sistema immunitario degli organismi ospite, una volta stabilito che il numero sia sufficiente.
Questi micro organismi comunicano e cooperano tra loro, formando vere e proprie comunità che vivono di mutuo soccorso e di comuni strategie per la ricerca di cibo.


Molti microbi possono accelerare il processo di mutazione dei propri geni. Questo permette loro di ottenere diverse abilità e di adattarsi con maggiore velocità ai cambiamenti esterni.
Batteri come il Dictyostelium e Escherichia Coli sono in grado di ricordare durante la ricerca di cibo dove si trovano le fonti di approvvigionamento e seguono processi basati sulla memoria per muoversi all’interno degli organismi ospite.
 
GLI ANIMALI
E’ oramai fuori di ogni ragionevole dubbio che gli animali, chi più chi meno, possiedono una propria intelligenza. Casomai è l’essere umano, troppo egocentrico, da non comprendere come “intelligenti” molte espressioni e comportamenti di soggetti diversi da lui. Sono portato a credere che, da sempre, siano gli animali ad aver profuso maggiori sforzi a comprendere l’essere umano che non viceversa. Gli animali, come l’essere umano, sanno comunicare, esprimere sentimenti, assimilare logiche di azione/reazione o stimolo e risposta, fare conti matematici e probabilmente anche manipolare e inventare espressioni simboliche, ma soprattutto usare attrezzi.


Benjamin B. Beck, nel suo libro Animal tool behavior: the use and manufacture of tools by animals (trad. it., L’abilità tecnica degli animali – Boringhieri), che rappresenta il catalogo ancora oggi più completo dell’uso di strumenti negli animali, fornisce una definizione precisa di che cosa s’intenda per “attrezzo” nel mondo animale: << L’uso di strumenti consiste nell’utilizzo di un oggetto presente nell’ambiente che non è fissato a quest’ultimo, al fine di alterare in modo efficace la forma, la posizione, o la condizione di un altro oggetto, di un altro organismo, o dello stesso utilizzatore dello strumento, che mantiene o trasporta lo strumento, durante la sua utilizzazione o prima, ed è responsabile dell’angolazione appropriata dello strumento stesso>>.


Alcuni animali possono avere una conoscenza istintiva dell’utilizzo di uno strumento, cioè non hanno avuto bisogno di imparare perché le informazioni sull’uso dell’utensile si trovano, in parte, nel loro patrimonio genetico.


Ad ogni modo, sono molti gli animali che fanno uso di attrezzi per procurarsi da mangiare, per proteggersi o semplicemente giocare. Ad esempio, i corvi che vivono nelle aree urbane, raccolgono le noci dagli alberi, lanciandoli poi in mezzo alla strada in modo che le auto che passano rompano i gusci. Attendono che il semaforo diventi rosso per tornare sulla strada e recuperano gli spuntini. I corvi della Nuova Caledonia (Corvus moneduloides), invece, utilizzano due tipi diversi di strumenti per estrarre le loro prede dalla base delle palme e dai tronchi di altri tipi di alberi. Gli strumenti vengono preparati utilizzando i ramoscelli delle piante di quella regione. I ramoscelli richiedono la rimozione di foglie e rametti in eccesso. In un esperimento, il corvo della Nuova Caledonia dimostrò la capacità di saper costruire attrezzi per raggiungere il suo scopo.

Nell’esperimento, il corvo, doveva estrarre da un tubo un secchiello contenente del succulento cibo usando allo scopo un filo di ferro diritto. Non riuscendo, dopo diverse tentativi, a sollevare il secchiello con il filo diritto, il corvo lo afferrò a una estremità e col becco lo piegò in modo da formare un uncino. Riuscì a estrarre il secchiello.


I ragni, in particolare quelli chiamati Portia Labiata o ragni saltatori, hanno dimostrato capacità di apprendimento in test di laboratorio e sono stati etichettati come gli insetti più intelligenti del mondo. Dimostrano sorprendenti abilità di risoluzione dei problemi e una delle loro principali caratteristiche è attirare altri ragni fuori dalle tele per divorarli. Per farli cadere in trappola il ragno saltatore fa oscillare la tela mimando le convulsioni degli insetti intrappolati. Se è un ragno che ha già incontrato, il Portia Labiata si ricorderà qual è il tipo di oscillazione migliore per raggiungere il suo obiettivo. Il ragno saltatore ha un’ottima vista e si lascia guidare da un incredibile istinto. Utilizza una elaborata strategia predatoria, dimostrando attitudini cognitive.

Esistono centinaia di specie di topi al mondo e sono tra gli animali più studiati e sottoposti a test del pianeta. Sono stati oggetto di numerosi, famosi e influenti studi fisiologici dato che la psicologia del topo è simile a quella umana e si presta quindi a esperimenti di comparazione. Tutti i topi apprendono nuovi comportamenti e giochi molto facilmente. Uno studio del 2007 ha dimostrato che i topi sono dotati di metaconoscenza: un’abilità mentale documentata in precedenza solo negli uomini e in alcuni primati. I topi possiedono un ottimo olfatto e udito. Sono stati addestrati a riconoscere mine e bombe e molto abili a orientarsi nei labirinti. I topi sono animali che vivono in società e mostrano segni di rimorso, eccitazione, smarrimento e stress. Sognano in modo simile agli esseri umani e possiedono incredibili tecniche organizzative e d’igiene.


Gli Orangutan sono da sempre considerati le creature più intelligenti dopo gli esseri umani. Possiedono un variegato linguaggio e sono noti per utilizzare gli strumenti presenti in natura. Gli Orangutan vivono in comunità formando forti legami sociali, all’interno dei quali le femmine rimangono con i loro piccoli per molti anni insegnando loro tutto il necessario per la sopravvivenza. Alcuni ricercatori della Wildlife Conservation Society hanno fotografato una coppia di gorilla in una foresta del Congo, mentre usavano degli utensili. I due gorilla si erano serviti di un bastone per sondare la profondità di un laghetto prima di attraversarlo. E poi lo stesso bastone fu utilizzato per mantenere l’equilibrio mentre afferravano il cibo sul terreno fangoso. C. Boesch e H. Boesch hanno osservato da vicino l’uso di strumenti da parte di scimpanzé che vivevano nella foresta di Tal in Costa d’Avorio. Una delle forme più interessanti d’uso osservata fu l’utilizzo di pietre come martelli per rompere le noci. Nell’Africa occidentale, gli scimpanzé raccolgono diverse specie di noci, e hanno imparato a trasportarle in siti particolari dove trovano un tipo di rocce dalla forma appropriata per servirsene da incudini naturali.            


Alcuni scimpanzé utilizzano le foglie, avvicinandole vicino alla bocca, formandole un cono, per amplificarne il suono. Hanno dimostrato anche di saper progettare e costruire attrezzi. Alcuni gorilla del Congo usano due diversi attrezzi per pescare le termiti dai loro nidi: il primo lo usano per praticare grossi fori nei termitai utilizzando invece un bastoncino più sottile per estrarre le termiti. Portarsi dietro due attrezzi, anche da luoghi lontani, significa prevedere l’uso futuro di un determinato attrezzo.


Il macaco rhesus è una scimmia molto nota per la sua intelligenza anche perché è stata in passato molto spesso usata per ricerche. Il macaco è un animale dalla memoria incredibile, e alte capacità di apprendimento dimostrando di essere in grado di prendere decisioni autonomamente. La loro mimica è simile a quella umana e per questo facilmente comprensibili per l’essere umano anche sugli aspetti emotivi. Basti pensare che sotto stress il macaco rhesus ha mostrato tendenze suicide, e sa pianificare attacchi verso altri nemici. Possiede un vocabolario sonoro articolato che presenta diverse somiglianze con la comunicazione umana.


La lontra marina Enhydra lutris usa una pietra per rompere le conchiglie più dure e difficili da aprire. Tra l’altro lo fa in un modo molto particolare. Galleggia in acqua a pancia in su e appoggia una pietra sul suo petto. Da questa posizione sbatte ripetutamente la conchiglia sulla pietra finché non si rompe.
Anche gli uccelli sanno usare utensili per scopi simili. L’avvoltoio africano Neophron percnopterus si serve di un sasso per rompere il guscio delle uova di cui si nutre.


Per non correre il rischio di ferirsi nella ricerca del cibo sul fondale, i delfini fanno uso della spugna marina, mettendosele sul rostro. Questo tipo di apprendimento richiede un certo livello di “intelligenza” e capacità sociale.


Che dire delle formiche che attraversano corsi d’acqua a bordo di foglie usate come zattere.
Giacomo Bernardi, biologo evoluzionista dell’Università della California, ha scoperto e ripreso un pesce tropicale, nella fattispecie un Choerodon anchorago, che utilizzava come strumento alcune pietre dei fondali per rompere il guscio di una gustosa conchiglia. Bernardi fa notare, che la ricerca della pietra adatta per rompere il guscio fanno parte di una serie di passaggi mentali, che solo un individuo dotato d’intelligenza può compiere.


Il polipo è tra tutte le specie di cefalopodi conosciuto per avere incredibili abilità intellettive. Il polpo è considerato il più intelligente invertebrato vivente. Durante gli esperimenti questi animali hanno mostrato di possedere una memoria a breve e a lungo termine. Hanno incredibili abilità di apprendimento e risoluzione dei problemi. I polpi hanno un sistema nervoso molto esteso, ma solo una parte si trova nel cervello: circa due terzi dei loro neuroni si trovano nei tentacoli che godono di un’estrema autonomia.


Pur non possedendo vere e proprie mani, ma usando le zampe e la bocca, cani e gatti hanno più volte dimostrato di saper aprire e chiudere le porte anche senza essere stati addestrati. A quanto pare sembra che per apprendere questi meccanismi, sia sufficiente per i cani e gatti, osservare i gesti dei loro padroni. Conosco cani che hanno imparato ad aprire il frigorifero e a servirsi da soli esclusivamente quando i padroni di casa sono assenti. Ricercatori della Wesleyan University negli Stati Uniti hanno osservato che alcuni gatti usavano l’astuzia di sistemare pezzetti di pane sotto gli alberi come esca per attirare gli uccelli e catturarli.


Il Border Collie è ampiamente considerato la razza di cane più intelligente al mondo. È di norma utilizzato come cane pastore, ma è anche un adorabile animale da compagnia. Attraverso l’esercizio fisico e varie forme di stimolazione mentale, questi cani sono velocissimi nell’apprendimento. Infatti il Border Collie eccelle negli sport: è il migliore a saltare, nei percorsi a ostacoli, a riprendere la palla e addirittura nelle competizioni di danza per cani. Questo cane è in grado di imparare le abitudini del suo padrone, capire i nessi causa-effetto e operare intelligentemente per ottenere ciò che vuole.
 
I COMPUTER
Se l’intelligenza fosse definita come semplice capacità di adattamento all’ambiente e risoluzione di problemi allora probabilmente un computer è da considerarsi intelligente. Cosi come lo è se si considera l’intelligenza come una serie di operazioni in grado di effettuare: un ragionamento; valutazioni; scelte di mezzi per raggiungere un preciso scopo.

  • Possiamo dire che un sistema è intelligente perché è in grado di svolgere alcune operazioni complesse? Se così fosse un computer potrebbe essere definito come un soggetto super-intelligente. Tutto dipende da cosa s’intende per operazioni complesse.
  • Possiamo dire che un sistema è intelligente perché è in grado di elaborare delle nozioni acquisite? Se così fosse un computer che ha molta memoria e capacità di elaborare operazioni complesse sarebbe intelligente. Lo ha dimostrato il computer, capace di analizzare 16 miliardi di mosse al minuto, che batté il campioni di scacchi Anche in questo caso, tutto dipende da quali processi sottintendono alla acquisizione delle nozioni.
  • Possiamo dire che un sistema è intelligente quando è creativo, ovvero in grado, con le nozioni memorizzate, di creare soluzioni nuove (inedite) fornendo un risultato che è diverso dalle componenti iniziali? Se così fosse un computer, con installato dei software di associazione pseudo casuale di elementi, sarebbe in grado di generare anche molte associazioni inusuali e nuove.

Pertanto l’intelligenza, riferita ai sistemi artificiali, non è ne capacità di svolgere operazioni complesse, né capacità di elaborare nozioni acquisite, né la capacità di creare soluzioni inedite.


Nella storia dell’Intelligenza Artificiale il concetto d’intelligenza ha assunto diversi significati sulla base di differenti modelli. Questi sono strettamente connessi a due diversi paradigmi funzionali della mente: il cognitivismo e il connessionismo. Nel cognitivismo l’intelligenza di un soggetto consiste nella manipolazione di elementi di natura simbolica. Nel connessionismo l’intelligenza è invece una proprietà emergente dall’interazione tra i nodi di una fitta rete neurale: un modello che simula la struttura anatomica e il funzionamento del sistema nervoso. Benché siano due modelli differenti, entrambi hanno il difetto di estraniarsi dal contesto corporeo e dell’habitat naturale.


Tutti sappiamo che nella lotta per la sopravvivenza sono avvantaggiati i soggetti che possiedono casualmente caratteristiche più adatte all’ambiente, mentre quelli che sono meno capaci sono destinati a soccombere senza lasciare discendenza. Questo processo viene chiamato da Darwin selezione naturale. In altre parole, la selezione naturale favorisce la sopravvivenza dei più adatti, ma aspetto ancor più importante è che favorisce lo sviluppo di ogni singola cellula e organo del soggetto quanto più adatto all’ambiente e alla convivenza con gli altri organi del soggetto (una sorta di secondo ambiente). Le caratteristiche vantaggiose dei soggetti ( e dei suoi singoli organi) più adatti sono trasmesse ai loro discendenti. Al contrario, i soggetti più deboli non vivono a lungo, generando perciò sempre meno discendenti. In questo modo tali le caratteristiche genetiche meno adatte all’ambiente vengono a mano a mano eliminate. L’evoluzione procede e ogni specie raggiunge il suo perfetto equilibrio.


Il concetto dell’evoluzione e della selezione naturale non si sposa con attuale concezione dell’IA e dei Computer, poiché, come vedremmo più avanti, l’integrazione tra ambiente (software) e soggetto nativo (hardware) è uno degli aspetti fondamentali mancanti negli attuali sistemi di IA.
 
GLI ESSERI UMANI
Spesso giudichiamo come prodotto dell’intelligenza molte delle “invenzioni” dell’uomo relazionandoci con i prodotti delle menti animali. Per quanto sai innegabile che l’essere umano abbia un’intelligenza superiore agli altri esseri viventi, raramente teniamo presente che moltissime delle invenzioni umane sono state realizzate dall’uomo per il proprio uso e consumo, in sintonia con i propri sensi e i propri meccanismi mentali. Ne sono un esempio la scrittura, i simboli matematici, le costruzioni, le strisce bianche sulle strade … tutti elaborati simbolici nati a uso e consumo per il medesimo apparato che le ha concepite: cioè la vista e la mente umana. E’ facile per noi riconoscere un codice numerico se lo abbiamo inventato noi. Ben più difficile è il riconoscere e decifrare il comportamento di un soggetto diverso da noi, per esempio il parlato di un uccello. La matematica, come la fisica, la letteratura, il marketing, la logica digitale, la musica sono tutti sistemi di comunicazione realizzati attraverso l’uso di espressioni simboliche umane.


Nell’essere umano, l’intelligenza sembrerebbe essere il risultato di abilità strettamente cognitive, quali capacità logiche, di ragionamento e memoria, combinate a tratti di personalità e altri tratti non intellettivi quali la concentrazione, la perseveranza, l’emotività e l’ansia che influiscono sulle prestazioni.
L’intelligenza, nell’essere umano, sembra cambiare con il passare del tempo perché è legata all’apprendimento e alla stimolazione che l’ambiente offre all’individuo, ma un forte peso è dato anche dalle componenti genetiche che ne stabiliscono i limiti.


Un bambino opportunamente stimolato dalla scuola, dalla famiglia e dagli amici è destinato ad arricchire le sue conoscenze con un conseguente aumento delle potenzialità di successo nella vita, ma allo stesso tempo non si può pretendere che quel bambino impari cose all’infinito e tantomeno quelle per cui non è assolutamente portato.


Le possibilità d’imparare e affrontare stimoli con successo cambiano con l’avanzare dell’età, per cui si usa convenzionalmente la distinzione tra:

  • “intelligenza fluida” data dalla capacità di reagire adeguatamente di fronte a stimoli nuovi, aumenta fino a circa 30 anni per poi declinare lentamente;
  • “intelligenza cristallizzata”: implica il sapere usare strategie, esperienze e conoscenze per affrontare le situazioni, accresce durante tutto il corso della vita.

Comunque Gabriel Mugny e Felice Carugati dell’Università di Bologna sostengono che l’intero concetto di intelligenza si possa comprendere solo come rappresentazione sociale, o come concetto sociale, la cui funzione è quella di razionalizzare un mondo complesso. Essi affermano che “l’intelligenza è la creazione storica di una particolare cultura e a sostegno di questa tesi dimostrano come l’idea d’intelligenza vari moltissimo da una cultura all’altra, cambi nel corso del tempo nella stesso ambiente culturale, venga definita in modi differenti per bambini di età differenti e vari a seconda del campo di esperienza sociale degli individui.
Per questo, molti teorici evoluzionisti ritengono che l’intelligenza si evolva con l’ambiente.
In contrapposizione, i sostenitori del connessionismo, convinti che basti identificare le unità e i processi fondamentali corretti per sviluppare capacità intelligenti.


A chi non sono noti i test d’intelligenza studiati appositamente per valutare le capacità intellettive dell’essere umano? Anche se molti studiosi hanno seri dubbi sulla loro validità, vengono comunque proficuamente utilizzati in diversi campi dell’attività umana. Personalmente condivido l’idea dell’intelligenza multipla, nella quale il valore intellettivo di una persona non è riconducibile (come nei test del QI) a un unico valore. Ci sono molte prove a favore di questa tesi, tra le quali i rapporti divergenti dei QI tra etnie diverse. Sottoposto a uno dei tanti test logico/matematici, mio fratello maggiore, risulterebbe un perfetto idiota. Eppure è una persona creativa capace di trovare soluzioni degne di persona d’intelletto nell’ambito delle costruzioni di legno. La maggior parte dei test d’intelligenza esamina l’intelligenza sotto il punto di vista della logica, della matematica, del ragionamento analogico, associativo, nell’uso spaziale delle figure e nell’assemblaggio degli oggetti, nelle capacità verbali e di memoria. Ma la persona creativa, non sempre eccelle in logica, in matematica e conoscenza linguistica.
 
Riassumendo:
In questa sezione abbiamo analizzato alcuni aspetti dell’intelligenza di differenti specie prendendo in esame:

  • L’intelligenza dei sistemi vegetali;
  • L’intelligenza degli animali ;
  • L’intelligenza artificiale dei computer;
  • L’intelligenza dell’essere umano.
  • Per stimare l’intelligenza tra esseri di specie diverse si evidenzia che:
  • l’intelligenza per essere osservata deve avere necessariamente un osservatore e gli aspetti comunicativi tra soggetto e osservatore sono di fondamentale importanza per una corretta analisi.
  • Un’analisi corretta deve identificare, prima, i parametri che l’osservatore deve utilizzare per definire che il soggetto è intelligente.
  • Pur essendo il tempo impiegato per trovare una soluzione un indice d’intelligenza, è consigliabile trascurare questo complicato aspetto, anche se a volte significativo;
  • l’habitat è l’elemento fondamentale di qualsiasi sistema all’interno del quale i soggetti esprimono la loro intelligenza .