In un mondo sempre più in cerca di valori, assistiamo a una sempre più affannosa rincorsa verso l’innovazione di prodotti e servizi, basati sui bisogni espressi dal cliente. Ma oggi questi sforzi sembrano non essere più così appaganti.
Dobbiamo ammetterlo, oggi c’è molta scelta di prodotti. Fin troppa. Nell’attuale scenario, sommerso da sempre nuove proposte, aggiungere nuove varietà o funzionalità ha un valore sempre più marginale sia per le imprese che per i consumatori. In altre parole si distrugge valore producendo soluzioni sempre più confuse e difficili da distinguere. La clientela non chiede più “per favore datemi una soluzione in più” ma chiede “per favore aiutatemi a capire qual’è la soluzione più utile per me“. Per questo innovare non significa più migliorare un prodotto, o aggiungere funzionalità che i concorrenti non hanno, ma significa dare un senso e un nuovo significato alle soluzioni proposte.
Occorre perciò affrontare l’innovazione da un punto di vista differente, utilizzando un metodo che fa uso di alcuni elementi per sviluppare un significato e valore nuovo. Questo tipo d’innovazione non si sofferma solo al come innovare, ma introduce anche un nuovo perché, ovvero suggerisce nuove ragioni per cui la gente dovrebbe usarla e desiderarla.
Sappiamo tutti quale è la prima regola di un mercato. Il valore di un bene è dove s’incrociano contemporaneamente due fattori: una domanda alta e un’offerta scarsa. Non c’è nulla di più prezioso di qualcosa che tutti desiderano ma che è difficile da reperire.
Tutti, ci rendiamo conto ciò che il progresso, in questi ultimi anni, ha reso possibile. Basta dare un’occhiata all’interno dei supermarket per trovare ogni tipo e varietà di prodotto. Si può scegliere tra decine e decine di marche diverse per lo stesso oggetto. Basta entrare nel comparto elettronica degli elettrodomestici, stereo, televisori e telefoni cellulari per rendersene conto.
Bisogna ammetterlo, c’è tantissima scelta. Un effetto, che questa ampia disponibilità di prodotti produce sulle persone, è la loro contraddittoria paralisi di fronte all’apparente libertà di scelta. Con tante opzioni fra le quali decidere, paradossalmente diventa sempre più difficile farlo. Scegliere vuol dire prendersi la responsabilità della scelta. Più alternative si hanno, più è facile provare sensi di colpa e dispiacersi per la decisione presa.
E’ per questo che le cinque stelline, i like oppure il brand, sono diventati elementi utili a guidare la maggior parte di noi nelle decisioni di acquisto.
Nonostante questo le aziende continuano a inserire nuove funzionalità (o varietà), anche quando queste non generano più alcun significato e valore per l’acquirente. Questo processo di competizione tra le aziende porta, oltre alla riduzione dei margini di profitto, allo sviluppo di funzionalità a una velocità superiore alla stessa capacità dei clienti di comprenderle.
Altresì, per far comprendere meglio queste differenze le aziende creano una sovra-produzione d’informazioni che non fanno altro che aumentare la confusione e incrementare il deficit dell’attenzione.
I processi d’innovazione sono talmente frequenti che i prodotti sembrano sempre più uguali tra loro. Nell’attuale scenario, sommerso da sempre nuove proposte, aggiungere nuove varietà o funzionalità ha un valore marginale sia per le imprese che per i consumatori. In definitiva si distrugge valore producendo soluzioni sempre più confuse e difficili da distinguere.
Quindi cosa dobbiamo fare per uscire da questa insidiosa spirale?
Parliamo d’innovazioni. Esatto al plurale, perché non ne esiste una sola.
Ma prima d’iniziare, per evitare fraintendimenti, vorrei fare chiarezza su alcune parole che useremo nel proseguo del discorso:
- “PRODOTTO”, con questa parola vogliamo fare riferimento non solo a un oggetto fisico, come è il prodotto ma anche a soluzioni, servizi e tutto ciò che fa parte della nostra offerta;
- “INNOVAZIONE” di “contenuto” o “valore” con le quali ci riferiamo sia alla innovazione fisica di un prodotto sia allo sviluppo di strategie: commerciali, produttive, della comunicazione, del marketing, del design, della distribuzione, o qualsiasi altra attività aziendale che ha come scopo quello di dare contenuto e valore alla propria offerta. A volte innovare la comunicazione per far percepire meglio le differenze del vostro prodotto rispetto a quello della concorrenza è una strategia che può rilevarsi più efficace che innovare il prodotto stesso.
Pertanto nel processo d’innovazione tutti i reparti aziendali sono chiamati a innovare i prodotti, e perché no, anche sé stessi.
Purtroppo non abbiamo lo spazio fisico per spiegare come usare l’innovazione all’interno di ogni singolo reparto. Faremo riferimento all’innovazione delle soluzioni, con esplicito riferimento ai prodotti. Ma il meccanismo è pressoché identico anche per l’innovazione di una comunicazione, un’attività di marketing, una produzione, un’assistenza e tutti quei comparti che danno un contributo di valore alla propria offerta.
Fondamentalmente esistono due principali tipologie di innovazione:
- trovare nuove soluzioni che migliorano la percezione dei prodotti esistenti – che chiameremo innovazione di contenuto;
- creare nuovi significati che cambiano radicalmente ciò di cui le persone hanno bisogno – che chiameremo innovazione di valore.
In entrambi i casi occorre mettere in moto la creatività che c’è in voi per generare nuove idee e qui potete utilizzare il metodo WISH unito a quello di De Bono dei “sei cappelli per pensare“