L’arte dell’astrazione
Mi è stato impossibile trovare esempi di aziende italiane che abbiano utilizzato questa tecnica per realizzare delle loro creature. Sono convinto che esistono, ma è difficile carpire dalle parole dell’inventore se l’innovazione è nata per astrazione piuttosto che per un’altra serie di criteri. Al contrario, mi è risultato semplice trovare esempi di tale principio in eminenti studiosi di fisica, rigorosamente made in Italy, che con il loro astratto pensiero hanno formulato teorie geniali, che solo attraverso il pensiero astratto potevano essere formulate. Tra questi, un mio amico di sempre, genio che mastica fisica da sempre, mi ha segnalato: JonaLasinio, Tullio Regge, Raul Gatto, Gabriele Veneziano.
Non ce ne voglia l’imprenditore che non mastica fisica, se talvolta la spiegazione gli sembrerà troppo complessa da comprendere il significato di “astrazione”. Per onore e rispetto verso i maestri che l’hanno ideata, il mio amico ha ritenuto doveroso non banalizzare troppo una eloquente teoria.
Giovanni JonaLasinio (Università La Sapienza di Roma).
JonaLasinio, come gli altri personaggi che seguiranno, hanno dato, non uno, ma diversi importanti contributi alla fisica teorica dei nostri giorni. Come da sempre sostengo: il vero creativo non possiede un singolare guizzo d’ingegno , ma si esprime con tale dono ogni giorno. Il primo pensiero astratto di JonaLasinio arrivò, un bel giorno del lontano 1964, assieme a J.Nambu dell’università di Chicago e divenne noto sotto il nome di “Rottura Dinamica delle simmetrie”. Esso ipotizza un meccanismo dinamico per rompere una simmetria. In genere le simmetrie vengono rotte a mano con un termine esplicito nelle equazioni del moto. JonaLasinio e Nambu ipotizzarono un meccanismo dinamico che genera, a livello quantistico, questo termine di rottura. Parafrasando, in modo semplificavo la cosa, potremmo dire che è come rompere la simmetria di un volto così bello ed armonico come quello della Gioconda di Leonardo, senza rovinarlo. JonaLasinio, come Picasso, ha applicato il “cubismo”: un nuovo astratto pensiero che ha permesso di rompere la simmetria dei quadri mantenendo intatto la loro bellezza e il loro significato interiore.
Il secondo contributo di JonaLasinio va sotto il nome di “Azione Efficacie” e consiste nella costruzione teorica, via opportune trasformazioni tra correnti e campi, di un’azione (o dinamica) che tiene conto formalmente di tutti gli effetti quantistici in teoria dei campi.
Il terzo contributo fu dato assieme al suo collaboratore e studente, il Prof. Di Castro, e consiste nello studio delle transizioni di fase introducendo concetti di “cambio di scala e di rinormalizzazione” che si rivelarono cruciali per la comprensione, che K.Wilson dette nel 1972, della procedura di rinormalizzazione in teoria di campo quantistiche.
L’ultimo contributo all’età di 64 anni (una fiamma creativa che non teme il passare degli anni) e consiste in un attacco diretto alla comprensione della termodinamica fuori dall’equilibrio. Attacco che solo L.Onsager ebbe il coraggio di portare avanti più di 50 anni fa.
Tullio Regge (Università di Torino).
Tullio Regge, un altro italiano da Nobel, che ha dato al mondo della fisica teorica importanti contributi. Il primo va sotto il nome di “Poli di Regge”. In pratica Regge estese il concetto di momento angolare al piano complesso e scoprì che molte ampiezze di scattering avevano singolarità in questo piano. Il secondo contributo va sotto il nome di “Calcolo di Regge” e consiste in una discretizzazione (rendere discreto) dello spaziotempo su cui poi si inserisce la teoria della gravità di Einstein. Questo metodo dovrebbe permettere di ottenere una teoria della gravità quantistica finita. Tutti i contributi di Regge rivelano una notevole originalità di un astratto pensiero.
Raul Gatto (Università di Ginevra e CERN)
Raul Gatto è stato il padre della nostra scuola di fisica teorica che ha “sfornato” il più alto numero di fisici di grande prestigio. Questi allievi d’elevato livello rispondono al nome di Veneziano, Altarelli, Ferrara, Maiani, Casalbuoni e molti altri ancora. Eravamo a Firenze negli anni 60. La fama d’eccellente e creativo insegnante, che si era costruito Raul Gatto, richiamò studenti da ogni parte d’Italia. Poi fu chiamato all’università di Ginevra e al CERN. I contributi di Gatto sono tantissimi, astratti e creativi, d’apertura di strada, poiché molte delle miglior teorie furono fatte in collaborazione con i suoi promettenti studenti. Ogni nuova teoria portava comunque con sé la firma di Gatto. I suoi contributi vanno dalla fenomenologia delle particelle elementari ( fenomenologia che portò immediatamente a quello che È noto, oggi, come angolo di Cabibbo), allo studio delle simmetrie conformi (che sono una estensione delle simmetrie della relatività ristretta). Questi lavori furono alla base di sviluppi ulteriori realizzati più avanti, nel tempo, da altre persone, seguendo il sentiero tracciato da Gatto.
Gabriele Veneziano (CERN di Ginevra)
Oggi Veneziano è staff manager del CERN di Ginevra nonché ordinario alla Collège de France. È considerato, a torto o a ragione, il padre della teoria delle stringhe: una delle più astratte teorie che ha acceso le luci della nuova ricerca in fisica teorica e calamitato l’interesse di milioni di scienziati di tutto il mondo. In un articolo del 1968, Veneziano ipotizzò (simulazione) che tutte le particelle elementari, allora considerate oggetti puntiformi, potessero essere il risultato delle “vibrazioni” di minuscole corde unidimensionali (astrazione). Una teoria così particolare convalidata solo da una vecchissima formula di Eulero, creata più di 200 anni prima (confermando, ancora una volta, la validità teorica del metodo TRIZ) – scatenò, come ci si poteva aspettare, un grattacielo di accesi contrasti tra i fisici teorici di tutto il pianeta. Ma servì per risvegliare il mondo e aprire le porte a una nuova cosmologia. Fra le teorie proposte, c’è anche quella della teoria dell’universo a membrana che, pur partendo da ipotesi differenti, sembra rafforzare le conclusioni della cosmologia delle stringhe. «Secondo la teoria dell’universomembrana», continua Veneziano, «il nostro universo tridimensionale (tempo a parte) si comporterebbe come una sorta di membrana a tre dimensioni, chiamata brana. Tutte le particelle che conosciamo, salvo quelle che trasmettono la forza di gravità, sarebbero confinate su questa brana, a sua volta immersa in uno spazio con dimensioni aggiuntive.»
Vi sembra un po’ troppo complicato il concetto? Fa nulla, è materia per fisici. Lasciamo al nostro illustre Gabriele Veneziano l’onore di creare di nuovo argomenti del genere.
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